La ragazza del Titanic (Italian Edition) by Hazel Gaynor

La ragazza del Titanic (Italian Edition) by Hazel Gaynor

autore:Hazel Gaynor [Gaynor, Hazel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Tre60
pubblicato: 2023-09-25T22:00:00+00:00


PARTE QUARTA

Capitano Smith RMS Titanic: «In attesa di informazioni

ed eventuali disposizioni sui passeggeri. Franklin».

Telegramma inviato dal signor Franklin, White Star Line,

al capitano Smith, Titanic, il 15 aprile 1912.

22

RMS Titanic, 14 aprile 1912

«Peggy. Peggy. Pssst, sei sveglia?»

Silenzio.

«Katie. Katie Kenny. Zia Kathleen?»

Silenzio.

Maggie si sedette sul letto piegando la testa e le spalle per non toccare il soffitto basso della cabina. Le luci si erano spente. Nella cabina c’era un buio così completo che se si passava la mano davanti agli occhi non si riusciva a vederla. Sentiva il sangue pulsare nelle orecchie.

«Pssst, sveglia», sibilò nel silenzio alzando leggermente la voce. «Qualcuno è sveglio?»

Il cuore batteva fortissimo. Non si era mai sentita così sola in vita sua. Era troppo terrorizzata per scendere dal letto in quel buio così impenetrabile, perciò rimase seduta senza muoversi, incapace di ignorare il panico che la stava invadendo, mentre il freddo e l’adrenalina la facevano tremare nella camicia da notte sottile.

La luce tornò per un momento e sparì di nuovo.

Sentì qualcuno correre sopra la sua testa.

Il bambino della cabina accanto si mise a piangere nella sua valigia.

Maggie rimase immobile mentre cercava di captare ogni rumore proveniente da fuori: grida, colpi sulle porte, passi. Ripensò alle foglie di tè di Joseph Kenny, alla sterlina caduta di Pat e allo strano uomo che aveva fermato Peggy a Queenstown. C’era qualcosa che non andava. Ne era sicura.

Il forte colpo alla porta della loro cabina la fece sobbalzare e picchiò la testa contro il soffitto.

«Peggy. Maggie. Siete qui? Sono io. Harry.»

Nella voce di Harry c’era una sfumatura di urgenza, una tensione che non prometteva niente di buono.

«Che diavolo è stato?» Il colpo sulla porta aveva svegliato Peggy.

«Peggy, grazie al cielo...»

Un altro colpo alla porta.

«Ragazze, siete qui?»

«Sì, Harry, sì», gridò Maggie. «Siamo qui.»

«Gesù, Giuseppe e Maria, Maggie Murphy, che accidenti hai da gridare nel cuore della notte? Che ore sono? Chi ha spento le luci?» Kathleen si era svegliata e subito dopo si svegliò anche Katie, che si stropicciò gli occhi assonnata mentre le luci sfarfallavano di nuovo e, con grande sollievo di Maggie, rimasero accese.

«Oh, grazie a Dio», esclamò Maggie. «Arrivo subito», gridò a Harry scendendo più in fretta che poté la scaletta del letto a castello. Spalancò la porta e si trovò di fronte Harry che cercava di riprendere fiato.

Maggie tremava, non sapeva se per il freddo o per l’ansia. Strizzò gli occhi nella luce del corridoio. «Harry. Che c’è? Cos’è successo? Perché ci siamo fermati?» Rimase sconvolta dall’espressione di terrore e angoscia sul volto sempre sorridente e rilassato dello steward.

Anche le altre tre si erano messe a sedere sui letti, avvolte nelle coperte per ripararsi dal freddo e piegate in avanti per ascoltare.

«Fermati?» esclamò Kathleen. «Ci siamo fermati?»

Maggie si voltò verso sua zia. «Sì. Non hai sentito la vibrazione? Le luci si sono spente. Ho provato a chiamarvi ma non volevate svegliarvi.» Si girò di nuovo verso Harry e gli rivolse uno sguardo serio e intenso, mentre un altro steward passava di corsa dietro di lui. «Harry?»

«Dovete salire di sopra»,



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